Nei giorni scorsi mentre ricordavo mia nonna, i suoi modi di dire e di fare, gli stornelli romani che intonava spalancando la finestra nei giorni in cui dormivo a casa sua, i piatti della tradizione che cucinava per “le belle pupille della nonna” (così definiva noi nipoti), la collocazione degli oggetti in quella casa in cui ho trascorso i momenti più intensi della mia infanzia, mi è tornato in mente il vaso in ceramica di amarene Fabbri che teneva in cucina, sopra un ripiano del pensile in formica marrone a giorno, sotto il quale era posizionato il macinino del caffè della Bialetti.
Era un vaso in ceramica di medie dimensioni, bianco, con grandi decorazioni in blu che rimanda ad un periodo in cui i materiali utilizzati erano scelti per durare nel tempo (non usa e getta) e il loro riutilizzo contava molto, la ceramica è un materiale antico e durevole, usato da sempre per contenere cibo e arredare la casa.
Io ero un’attenta osservatrice nonostante la giovane età, mostravo già interesse per l’arte, mi appassionavo all’ascolto dei racconti che riguardavano Aurelio il macellaio che per passione faceva lo scultore ed ero una buongustaia: il vaso in ceramica bianco decorato di blu che conteneva le amarene Fabbri rappresentava, per me, un vero e proprio tesoro.
Da guardare e da gustare!
Per questo mi è venuta l’idea di cercare notizie in proposito, per ripercorrere la storia di questo iconico vaso che evoca ricordi nostalgici a molti della mia generazione e continua ad incantarci con il suo stile sempre attuale.
Scopro così che l’idea di racchiudere le amarene Fabbri in un raffinato vaso di ceramica, venne a Gennaro Fabbri, che nel 1905 acquisì una vecchia drogheria con cantina a Portomaggiore, in provincia di Ferrara, trasformandola in produzione e vendita di liquori, la Premiata Distilleria Liquori G. Fabbri, in questo modo Gennaro Fabbri chiamò il suo negozio e cominciò la sua attività.
All’inizio l’idea del vaso di ceramica che ebbe Gennaro, fu per rendere omaggio all’intuizione che ebbe sua moglie Rachele, di affiancare alla vendita di liquori e sciroppi, quella delle amarene: Gennaro commissionò il lavoro del vaso ad Angelo Minghetti, ceramista bolognese che nella manifattura si ispirò ai contenitori in ceramica utilizzati nelle farmacie.
Capirono l’importanza che questo connubio, amarene e vaso, poteva avere per le loro vendite che ben presto affidarono la produzione del vaso che tuttora conosciamo, a Riccardo Gatti pittore e scultore ceramista faentino che si ispirò ai manufatti che arrivavano dalla Cina attraverso la Compagnia delle Indie.
Nel tempo il successo delle amarene nel vaso di ceramica è stato davvero grande che dal 2005, l’azienda Fabbri in occasione del primo centenario della propria attività, ha istituito il Premio Fabbri per l’arte, manifestazione triennale a cui partecipano numerosi artisti conosciuti internazionalmente con le loro opere d’arte, realizzate con tecniche e materiali vari.
L’iscrizione ai nostri corsi di ceramica è possibile in qualsiasi momento, perché il nostro metodo non prevede un programma prestabilito ma un percorso di apprendimento, costruito sulla singola persona, che può essere interrotto e ripreso a seconda delle esigenze individuali.
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