Resoconto dei giorni trascorsi in isolamento dopo la chiusura del laboratorio di ceramica, a causa della diffusione del Covid-19

 

 

Durante i giorni di isolamento dovuto al diffondersi della pandemia del Covid-19,  il tempo sembra essersi dilatato e, nonostante i disagi, le preoccupazioni reali e la chiusura improvvisa del laboratorio di ceramica, sono riuscita a trovare la mia dimensione.

Mi sono resa conto di quante cose, negli anni, avevo messo da parte.

Tra queste, di aver trascurato molti progetti, di come i giorni passano velocemente e che poter contare sugli affetti, la famiglia e la salute, è fondamentale per vivere in modo sereno in momenti di crisi come questo, che da più di due mesi stiamo affrontando. 

Dopo il primo momento di smarrimento ho ripreso in mano la mia vita, cercando di affrontare questo inaspettato blocco globale in maniera costruttiva.

Con l’aiuto di mia figlia ho aperto gli armadi, insieme abbiamo eliminato l’eccesso accumulato e fatto spazio al nuovo, prossimo ad arrivare.

Quella parte di creatività che avevo archiviato per tempi migliori, è venuta fuori: ho ripreso in mano progetti e materiali accantonati da tempo e dato forma a cose diverse che hanno colmato le mie giornate, annebbiate da questo periodo infausto che nessuno di noi si aspettava.

Ho subito avvertito l’esigenza di realizzare La Vittoria, una piccola scultura in terraglia bianca costruita con la tecnica del colombino, il mio contributo per infondere coraggio durante questa fase terribile, in cui hanno perso la vita troppe persone.

Rappresenta una Nike che tiene tra le sue mani il Covid-19: indossa una corona d’alloro, mostra con fierezza la sconfitta del virus al mondo intero.

E una mattina durante la quale ero intenta nella produzione da casa dei miei oggetti, mi sono chiesta come stavano vivendo questa esperienza le partecipanti al corso di ceramica.

Così ho maturato l’idea di scrivere su questo argomento, una sorta di diario dei giorni dell’isolamento da Covid-19 che documentasse la continuità della nostra fase creativa nonostante la chiusura del laboratorio di ceramica.

Le ho contattate e ho chiesto a ciascuna di loro di partecipare in questo modo, rispondendo tutte alla stessa domanda e con una foto che le ritraesse con l’oggetto realizzato.

Ho chiarito che il loro operato non doveva avere a che fare necessariamente con la ceramica ma che poteva essere di varia natura e qualsiasi materiale: una torta/pietanza in cui non si erano mai cimentate, oppure una tecnica artistica appena sperimentata.

La domanda che ho posto è la seguente: 

virgolette“Descrivi brevemente le motivazioni che ti
hanno portato a realizzare qualcosa di creativo
in questo periodo di isolamento”.
Quello che segue è l’operato di alcune di loro, che ringrazio per aver accolto con entusiasmo e fiducia la mia proposta di prendere parte al racconto del Diario dei giorni dell’isolamento da Covid-19.
Alessia Cesaroni, Il Cappellaio Matto

“La Quarantena per me è vivere nuovamente come feto la gestazione, è crescita, riposo, riflessione, amore, ascolto, immersione nelle mie profondità, respiro, anima, fluire, affidarsi.

Così ho scelto di seguire il mio “flow”, che mi ha condotto alla creazione del cappello del Cappellaio Matto, personaggio che adoro particolarmente, perché lo assimilo ad una parte, per me, fondamentale di Noi, Il Folle. 

Una sana Follia, scintilla divina, che ci dona la forza di agire davanti alle diverse prove della vita.

Il mio augurio ad ognuno di noi è che la via del Cuore ci guidi sempre!”

Simonetta Mustari, Acquerelli

“La creatività spesso non riesce ad esprimersi appieno nella vita frenetica quotidiana piena di pensieri, ritmi serrati e impegni che ci distraggono – per creare c’è bisogno di calma, di serenità, equilibrio e di molto tempo.

Non pensavo che questo periodo di forzata reclusione mi avrebbe regalato la calma e la serenità necessarie a riprendere un hobby come il disegno, ma invece è stato proprio così.

Nonostante la preoccupazione per la situazione che stiamo vivendo, in queste ultime settimane sono riuscita ad impiegare proficuamente il mio tempo.

Ho sempre trovato grande soddisfazione nella creazione di qualcosa di materiale, e mi ha sempre dato grande piacere il processo creativo stesso, ancora di più del risultato, a volte molto deludente.

Avere a disposizione molte ore consecutive mi ha consentito di allestire in casa una postazione attrezzata dedicata al disegno e alla pittura, e di alternare l’una all’altra. Ecco alcuni dei miei lavori.”

Noemi Losani, Arcobaleno

 “In questo periodo di quarantena, non potendo più andare al corso di ceramica, ho pensato di fare, per ricordarmi l’argilla, dei lavoretti con la pasta di sale. 

Ho deciso di fare un bell’arcobaleno come simbolo di speranza per uscire da questo brutto momento e una scritta con il mio nome. 

Non vedo l’ora di tornare a ceramica, rincontrare tutti e creare nuove cose!

Jennifer Fecchio, Stretti 

La cosa che mi manca di più, in questo periodo di isolamento, è il contatto fisico con le persone. 

Io che nella vita ho sempre odiato chi ti tocca quando parla, chi si avvicina tanto da farti sentire il tepore del suo respiro, io che a casa vengo apostrofata come “l’orso”, ebbene io ho voglia di incontrare e abbracciare tutti, non per formalità o circostanza, ma perché mi manca il calore umano. 

È stato questo che mi ha spinto a creare “Stretti”, una scultura in terraglia rossa colorata con engobbi e rifinita con pasta acrilica metallo, raffigurante la mia famiglia, in cui le persone sono incise su un unico pezzo di argilla, senza soluzione di continuità.

L’ho poi utilizzata come base per una lampada, ricordando di avere un paralume color ottanio, dimenticato da tempo in soffitta e, infine, ho acceso la luce!”

Luigia Rossini, Cielo e Mare

“In autunno cercavo con desiderio di trovare una passione da condividere, è rifiorito dentro di me il piacere di sentire tra le mani un pezzo di argilla.

Mi sono iscritta al corso di Ceramica Terapia.

Ho ritrovato quella sensazione che può darti un pezzo di creta fra le mani, la sua morbidezza, la sua duttilità non ha confronti.

Mi è venuta l’idea di fare dei pesciolini di varie grandezze, ho terminato questa parte di lavoro senza un progetto.

In questo periodo di isolamento ho ripreso i pesciolini colorati, maturando l’idea di creare un pannello su cui rappresentare cielo e mare.

Così ho tenuto viva la mia passione per la pittura.

Dopo aver realizzato delle colombe in creta ho assemblato il tutto e dipinto cielo e mare.”

 

L’iscrizione ai nostri corsi di ceramica è possibile in qualsiasi momento, perché il nostro metodo non prevede un programma prestabilito ma un percorso di apprendimento, costruito sulla singola persona, che può essere interrotto e ripreso a seconda delle esigenze individuali.

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